Filosofia e Religione
“Pur di tessere e custodire la bellezza di un verso,
sarei disposto a gettare la verosimiglianza dalla finestra”.
Oscar Wilde
Filosofia e religione, ragione e devozione, speculazione e preghiera, hanno mescolato nel fluire della civiltà umana il loro destino: qualunque sia stato il senso del loro rapporto, di alleanza o di separazione, di convergenza o di divergenza e repulsione, esso ha inciso in modo decisivo sul significato dell’uomo più di qualsiasi altro atteggiamento dello spirito. E forse è per questo che oggi, quando la maggior parte della filosofia si è adagiata nell’ateismo per articolare l’essere nella finitezza, paga del vuoto delle sue parvenze temporali, tornano in primo piano le istanze della religione e l’esigenza della preghiera: poco importa che i «chierici» della cultura, laicisti o marxisti od esistenzialisti, proclamino a gran voce che l’uomo è stato finalmente restituito a se stesso. La realtà invece è che mai come oggi l’uomo, per avere negato Dio e per non saper più pregare, « sente » il vuoto e «vive» l’orrore del nulla.
E forse nessun tempo, come il nostro, ha sentito l’urgenza di soluzioni che siano rapide, radicali, ossia che attingano il principio. dell’essere dell’uomo, così che facciano emergere la sua autentica libertà, la sua verità originaria oltre o al di qua di ogni posizione storica acquisita per tradizione speculativa o per autorità dottrinale.
Si tratta che l’uomo chiede senza indugi la parte dell’essere che gli spetta, perché vuole fronteggiare per proprio conto l’avventura della propria esistenza, non consente più a delegare la propria libertà ma è risoluto a viverne l’intero rischio. Non è che l’uomo contemporaneo veda a fondo qualcosa o veda chiaramente tutto questo; piuttosto bisogna dire ch’egli intravvede, a tratti discontinui, nella filigrana del tempo, che sospetta nel caotico incalzare degli eventi di un mondo in trasformazione, che annaspa nell’affiorare della debolezza di quanti finora erano o si dicevano forti… egli sente, più che non comprenda, ch’è venuto il suo « momento »; l’uomo di oggi avverte che si sta avvicinando un «punto di curvatura della storia » e che ormai si annunzia una nuova definizione dell’uomo. Di qui l’attualità del problema religioso.
C. Fabro, La preghiera nel pensiero moderno, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1979, pp. 2-3.